Eravamo tutti terrorizzati, qualcuno faceva battutine per sdrammatizzare ma era preoccupato come gli altri. È la paura venuta dalla consapevolezza di un grave pericolo che fino ad un’ora prima avevamo sottovalutato, quella che si è impossessata della platea di partecipanti all’incontro, che non per niente si chiama “consapevolmente digitali”, che si è tenuto ieri sera a Serra Riccò.
Al Direttore Tecnico Capo della Polizia Postale Roberto Surlinelli sono bastate due ore per fare piazza pulita della nostra sicurezza o per lo meno delle nostre speranze che il problema non ci riguardi. Chi ha un figlio dai dieci ai quindici anni c’è dentro fino al collo e fare gli struzzi in questo caso può essere fatale. La miscela esplosiva formata da Internet, Facebook, whatsApp, Instagram, Twitter e dallo smartphone che abbiamo regalato a nostro figlio in piena tempesta ormonale, e sul quale tutte queste applicazioni sono installate, è pronta ad esplodere facendo danni a lui, alla nostra serenità famigliare e spesso anche al nostro patrimonio. Chi sono gli amici virtuali dei nostri figli, sono davvero ragazzi? Conosciamo ogni suo contatto? Sappiamo operare sul suo cellulare per vedere cosa ci combina? Cosa rischiamo se manda un’immagine porno ad una sua amica ed i genitori della ragazza non apprezzano il gesto? Quello che scrive su internet si può rimuovere? Chi può leggerlo? Se un pedofilo avvicina un amico di un amico di mio figlio lui, mio figlio, è al sicuro?
L’ha ribloggato su Sant'Olcese Inform@e ha commentato:
Lucide considerazioni dall’incontro promosso nell’ambito del progetto “consapevolmente digitali”.
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