Il problema del latte della Valpocevera, cosa possiamo fare?

   
Il Caseificio Pugliese, specializzato nella produzione di formaggi molli e a pasta filata, ci ha messo una pezza: da domani il latte del consorzio degli allevatori della Valpolcevera sarà conferito a questa realtà produttiva con sede a Torino, i cui prodotti finiti sono molto diffusi e apprezzati anche in Liguria.

 La problematica emersa in questi giorni è comunque tutt’altro che risolta ed ha messo in luce tutte le storture di un sistema che deve cambiare. Come è possibile che una multinazionale che mette il suo latte migliore, l’intero alta qualità, a 1,70 euro, offenda gli allevatori offrendo per un litro di latte 25 centesimi? Quanto ed in che modo impatta la legislazione europea in questa materia? I nostri allevatori quanto sono tutelati dalle leggi italiane e comunitarie? E come viene tutelato il consumatore che pensa di consumare un prodotto italiano e che invece probabilmente versa nella tazza latte estero? Quello che c’è scritto in etichetta è sufficiente? Tante domande a cui speriamo di poter dare una risposta nei prossimi giorni con un articolo di approfondimento. 

Già adesso, però, possiamo fare qualche considerazione. Intanto, come abbiamo chiesto con una specifica mozione in tempi non sospetti, sarebbe bene che il nostro comune si doti di uno o più distributori di latte crudo con la consapevolezza che questo non potrebbe comunque risolvere i problemi degli allevatori. 

Solo chi è abilitato a questo tipo di distribuzione, infatti, ha la possibilità di vendere latte al dettaglio con i distributori. Gli altri, e sono i più, o si attrezzano o possono conferire il latte solo alle centrali. Anche avviare una produzione casearia non è un fatto immediato, richiede permessi, locali a norma ed investimenti specifici.

Insomma, una situazione che ha diverse sfaccettature nella quale noi cittadini siamo coinvolti come consumatori. Evitiamo di comprare latte da chi vuole strozzare i nostri allevatori, pretendiamo, attraverso le associazioni, che venga cambiata la legislazione vigente e che si garantisca la tracciabilità del latte e dei suoi derivati. La solidarietà e l’indignazione non bastano, ci vuole la mobilitazione.

Claudio Di Tursi


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